Cosa fa la Regione per contrastare la violenza di genere
Valorizzazione delle buone pratiche dei centri antiviolenza e lavoro in rete delle istituzioni pubbliche e private sono il fulcro dell'azione regionale per la messa in campo di strategie efficaci contro la violenza di genere e per la diffusione di una cultura delle differenze e contrasto degli stereotipi soprattutto tra le giovani generazioni. Il sistema regionale di contrasto alla violenza di genere si basa su molteplici servizi forniti alle donne vittime di violenza, che sono erogati dai Centri antiviolenza sia pubblici che privati attivi sul territorio, nonché sui servizi dedicati agli autori di comportamenti violenti, forniti dai Centri per maltrattanti, anch’essi erogati da enti pubblici e privati.
La Regione Emilia-Romagna lavora da oltre vent'anni sulle tematiche del contrasto alla violenza di genere e sulle pari opportunità e la scelta delle politiche regionali sul tema della violenza di genere è da tempo orientata alla valorizzazione delle buone pratiche dei centri antiviolenza, al lavoro in rete delle istituzioni pubbliche e private quale metodo fondamentale per la messa in campo di strategie efficaci contro la violenza di genere e alla diffusione di una cultura delle differenze e contrasto degli stereotipi soprattutto tra le giovani generazioni.
Il sistema regionale di contrasto alla violenza di genere si basa su molteplici servizi forniti alle donne vittime di violenza, che sono erogati dai Centri antiviolenza sia pubblici che privati attivi sul territorio, nonché sui servizi dedicati agli autori di comportamenti violenti, forniti dai Centri per maltrattanti, anch’essi erogati da enti pubblici e privati.
Quadro normativo
Il quadro normativo comprende:
- la legge regionale 6/2014 Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere;
- il Piano regionale contro la violenza di genere, previsto dall'art. 17 della legge 6/2014, che rappresenta lo strumento operativo che rafforza e completa il quadro di prevenzione e protezione dalla violenza previsto dalla legge quadro: il secondo Piano regionale triennale è stato approvato con delibera di Assemblea Legislativa n. 54 del 13 ottobre 2021. (PDF - 617.7 KB)
- le schede attuative del Piano regionale contro la violenza di genere, approvate con delibera di Giunta regionale n.1785 del 24 ottobre 2022 (PDF - 871.3 KB), che specificano e declinano le azioni da porre in essere per ciascuna area di intervento, individuando precisi indicatori di attuazione.
Piano triennale contro la violenza di genere
Il Piano triennale, frutto del coinvolgimento e dell'ascolto diretto delle istituzioni e del privato sociale che ogni giorno si impegnano nel combattere il fenomeno della violenza sulle donne, costituisce lo strumento principale per rafforzare la governance regionale e territoriale di contrasto alla violenza ed offre indicazioni per le azioni di prevenzione del fenomeno e di protezione delle donne vittime di violenza.
Il nuovo Piano contro la violenza consta di una Parte generale che contiene premesse e obiettivi, il contesto normativo e culturale di riferimento e i dati che inquadrano il fenomeno della violenza di genere, cui seguono le aree di intervento, strutturate sul modello del Piano d’azione nazionale, sulle tre assi della governance, della prevenzione e della protezione e di un’ultima parte attuativa e valutativa.
Con delibera di Giunta, sono state adottate le relative schede attuative che definiscono più puntualmente Obiettivi, Azioni specifiche e Indicatori di monitoraggio e valutazione.
Il Piano prevede un sistema di governance del contrasto alla violenza di genere, articolato su un doppio livello: quello regionale e quello territoriale, rafforzando il ruolo della Regione, assegnando alla Giunta la responsabilità politica delle misure di contrasto alla violenza di genere, e attribuendo la competenza attuativa delle medesime all’Assessorato con delega alle Pari Opportunità, che si avvale degli “Strumenti del sistema paritario” di cui al Titolo X della L.R. n. 6/2014.
Il Piano prevede nuove funzioni per l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, organismo tecnico previsto all’art. 18 della L.R. 6/2014, che è coordinato dal Servizio regionale competente per materia, cui compete il sostegno e la promozione dell’attuazione degli obiettivi strategici del Piano, il presidio dell'omogeneità degli interventi realizzati dalle reti territoriali di contrasto alla violenza, in aggiunta alle funzioni di analisi e conoscenza del fenomeno già previste nell’attuale composizione.
A livello territoriale, si conferma il ruolo delle CTSS, titolari della supervisione sulla programmazione sociale e socio-sanitaria, inclusi la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, e si prevede la costituzione di Tavoli tecnici territoriali permanenti per il contrasto alla violenza di genere
Il Piano, sempre in tema di governance, prevede il rafforzamento della esistente rete, sia regionale che territoriale, di contrasto alla violenza di genere che coinvolga una pluralità articolata e composita di competenze. L’obiettivo è di formare, rafforzare e diffondere conoscenze e competenze a tutti i livelli, in modo da sviluppare un approccio integrato e multidisciplinare per dare risposte ai bisogni rilevati ed emergenti, e promuovere una visione comune sulla violenza maschile e sulle azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.
Novità sono altresì previste sui fronti della prevenzione della violenza di genere e della protezione delle vittime.
Quanto alla prevenzione, si segnalano le azioni rivolte al sistema educativo rivolte a preadolescenti e adolescenti, volte a diffondere la conoscenza sulla violenza di genere digitale (molestie online, cyber stalking, revenge porn, hate speech ecc.) svolte nelle scuole e in contesti educativi; azioni di rilevazione e riconoscimento tempestivo del fenomeno in contesti specifici (consultorio e spazio giovani) e nei luoghi e rapporti di lavoro; azioni rivolte a donne che vivono determinate condizioni di mancata autonomia o fragilità (esempio: accompagnamento all’autonomia abitativa, all’inserimento nel mercato del lavoro); azioni di integrazione degli strumenti educativi e socio-sanitari di prevenzione e contrasto alla violenza, con particolare attenzione ai matrimoni forzati o precoci; azioni di comunicazione come lo sviluppo di canali e linguaggi differenziati e multilingue e la sensibilizzazione sulla violenza digitale anche rivolta ad adulti.
Sul piano della protezione si segnalano le azioni di rafforzamento dei punti di accesso della rete e di presa in carico delle vittime, in particolare sanitari in emergenza e la definizione di procedure di accoglienza per donne che vivono in contesti di particolare fragilità e che tengano in considerazione le connessioni tra particolari culture e comportamenti violenti (matrimoni forzati o precoci); la definizione territoriale delle procedure di accoglienza delle/dei minori che accompagnano le madri; azioni di supporto alle/ai figlie/i delle vittime di violenza, e in particolare alle/agli orfane/i di femicidio; azioni di ospitalità per cui il Piano fornisce un riordino del sistema di ospitalità (alloggi di per l’emergenza e non; dedicati a soggetti in condizioni di fragilità, per donne con figli maschi maggiori di 14 anni; di semi autonomia); azioni rivolte ai maltrattanti con l’implementazione della collaborazione tra forze dell’ordine, centri antiviolenza e centri per il trattamento di autori di comportamenti violenti (gestione dei casi di ammonimento da parte delle Questure); azioni di contrasto della fragilità sociale della donna, attraverso la formazione e l’orientamento professionale, il sostegno all'inserimento lavorativo, sociale e all’autonomia economica (L.R. n. 14/2015 e mediante l’accesso al reddito di libertà) ed il sostegno al recupero dell’autonomia abitativa mediante apposite previsioni nei regolamenti ERP e la promozione nelle istituzioni locali di alloggi a canone calmierato.
I finanziamenti
I finanziamenti ai CAV e alle loro dotazioni sono assegnati annualmente con deliberazione di Giunta regionale che ripartisce le risorse del fondo statale per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (art. 5 e art. 5bis comma 2, d.l. 14 agosto 2013, n. 93 convertito in legge 15 ottobre 2013, n. 119)».
Si veda la sezione L'utilizzo regionale dei fondi del Dipartimento Pari Opportunità.
I finanziamenti delle azioni di prevenzione sono assegnati mediante bandi annuali per la promozione delle pari opportunità e il contrasto delle discriminazioni di genere e per la promozione della presenza paritaria delle donne nel sistema economico del territorio.
- I femicidi in Italia: i dati raccolti dalla stampa nazionale e locale
- Dati del Coordinamento dei Centri Antiviolenza della Regione Emilia-Romagna
- Brochure Coordinamento Centri antiviolenza della regione Emilia-Romagna
- Anche gli uomini possono cambiare. Il Centro LDV di Modena
- Il continente sconosciuto. Gli uomini e la violenza maschile