I Centri per uomini maltrattanti
I 14 centri per uomini maltrattanti presenti in Emilia-Romagna promuovono azioni di recupero dei soggetti responsabili di violenza familiare e di educazione e prevenzione in generale dei comportamenti violenti in famiglia. 7 Centri sono a gestione pubblica (Centri LDV "Liberiamoci dalla violenza") e 7 a gestione privata, con varie sedi diffuse su tutto il territorio regionale
Cosa fa la Regione
A completamento della rete di accoglienza delle vittime di violenza e degli interventi di prevenzione, la Regione sostiene dal 2011 progetti di trattamento di uomini che usano comportamenti violenti.
L'obiettivo è intervenire sulla cultura degli uomini e lavorare per far loro acquisire la consapevolezza che la violenza è un problema.
Nel 2011 è nato il centro Liberiamoci dalla violenza di Modena, la prima struttura pubblica in Italia che accompagna al cambiamento gli uomini autori di violenza contro le donne. Il centro è gestito dall’Azienda Usl ed è cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna. Il forte interesse suscitato da questa esperienza ha stimolato altri territori regionali a dotarsi di un centro.
I centri per uomini maltrattanti attivi in Emilia-Romagna sono cresciuti negli anni e ad oggi ammontano complessivamente a 14, di cui 7 a gestione pubblica: Centri Liberiamoci dalla violenza LDV Ausl di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara (2 sedi) e Ausl della Romagna (con 4 sedi: Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini) e 7 gestiti da enti del privato sociale con varie sedi diffuse su tutto il territorio regionale.
Nel 2022 continua a crescere il numero di uomini in percorso nei 14 Centri per autori di violenza, pubblici e privati, presenti in Emilia-Romagna. Sono complessivamente 713 uomini (+26% rispetto al 2021), di cui 480 hanno iniziato il percorso di trattamento proprio nel 2022 (+22%).
Tutti i centri affermano di far riferimento al modello di trattamento “ATV - Alternative to Violence”, che nasce a Oslo nel 1987, primo in Europa a trattare gli autori di violenza nell’ambito di relazioni intime tranne uno, che dichiara di far riferimento al “Good Lives Model”.