Accoglienza, ascolto, protezione, senza pregiudizi. E assistenza, sostegno, formazione, certo. Ma era necessario alzare l’asticella e riuscire a saltarla, perché violenza e discriminazione di genere non possono essere considerate solo un problema individuale; il percorso personale di riscatto deve essere necessariamente un percorso trasversale a tutta la società che quella violenza e quella discriminazione ha generato e trasformarsi anche in un fronte comune.

La scommessa dei progetti Petra e Petra 2.0 sta nell’ampio raggio d’azione: uscire dal Centro di Accoglienza ed entrare in qualsiasi luogo o contesto, a partire dalle scuole e dalle sedi delle associazioni territoriali che fossero aperte alla conoscenza e al confronto sulle questioni di genere. E la comunità piacentina ha risposto, alzando l’asticella e moltiplicando le “porte d’accesso” alla riflessione sui tanti stereotipi di genere che affiorano nella quotidianità di ciascuno, a partire dai giovani.

Il progetto

Diversi sono i fronti su cui si è sviluppato il progetto PE.TRA (acronimo di PErcorsi TRAsversali), finanziato dal bando regionale “Pari opportunità e contro la violenza di genere 2021/22". Partendo da momenti di confronto e sostegno tra le donne direttamente interessate, il progetto ha successivamente ampliato il suo raggio di azione coinvolgendo la comunità in momenti di sensibilizzazione aperti a tutti.

L’obiettivo principale è stato quello di prevenire e contrastare i fenomeni di violenza di genere e discriminazione, con particolare attenzione verso le donne migranti o in specifiche condizioni di fragilità, spesso marginalizzate anche a causa di barriere linguistiche e culturali.

Capofila del progetto è l’Associazione La Città delle Donne, che si occupa della gestione del Centro Antiviolenza di Piacenza. Da diversi anni il centro, accreditato dalla stessa Regione, collabora sia con il pubblico che con il privato occupandosi di formazione, sensibilizzazione e di iniziative volte all’ascolto e all’assistenza delle donne vittime di violenza.

Il progetto Pe.Tra nasce dall'esigenza di raggiungere più donne possibili, con una particolare attenzione alle donne migranti e in condizioni di fragilità sociale; donne difficilmente accessibili a causa di barriere linguistiche e culturali. Ilaria Egeste

Questione di rete

Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’attivazione di una vera e propria rete territoriale, indispensabile alla buona riuscita del progetto; tra i principali partner figura l’AUSL di Piacenza, con la quale il Centro ha realizzato una scheda di analisi preliminare della discriminazione (tutt’ora utilizzata nelle strutture sanitarie) e un vero e proprio protocollo d’intervento in caso di accertata discriminazione o violenza.

Un progetto in continua evoluzione: PE.TRA 2.0

Persone coinvolte: 500 studentesse e studenti; 250 persone iscritte al CPIA, donne straniere, donne in condizione di fragilità; 10 dirigenti scolastici; 50 personale sanitario

Data la sua efficacia, l'Associazione ha deciso di proseguire con PE.TRA 2.0: un ampliamento del progetto originale che vede il coinvolgendo di nuovi partner e l’inclusione di scuole non solo della provincia di Piacenza, ma anche dei Distretti di Levante e Ponente con cui La Città delle Donne e il Comune collaborano da anni.

Rimane attiva la partnership con l’AUSL, grazie alla quale è stato possibile perfezionare il protocollo di accoglienza e diffondere buone pratiche per non abbandonare le donne dopo la permanenza nelle strutture sanitarie.

Della rete di partner fanno ora parte ulteriori aziende, associazioni e cooperative che contribuiscono all’organizzazione degli incontri di sensibilizzazione e formazione, così come alla diffusione di materiale informativo in diverse lingue nei punti nevralgici della città.