Madri della res publica
In occasione del 70° anniversario del primo voto delle italiane, Madri della res publica vuole rendere visibile la profonda novità dell’ingresso delle donne nella sfera pubblica da elette nei Consigli comunaliIl
In occasione del 70° anniversario del primo voto delle italiane, Madri della res publica vuole rendere visibile la profonda novità dell’ingresso delle donne nella sfera pubblica da elette nei Consigli comunali.
Era il 1° febbraio 1945 quando, il decreto luogotenenziale n.23 “Estensione alle donne del diritto di voto” viene varato dal governo Bonomi. Non esisteva in quel momento nessuna assemblea rappresentativa e per di più l’Italia settentrionale e la nostra regione erano ancora in guerra.
La conquista di quel primo voto segna finalmente la possibilità per tutte le italiane - nate tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento, prive di diritti di cittadinanza, ma anche di qualsiasi capacità giuridica – non solo di essere elettrici ma anche di entrare nelle istituzioni locali per occuparsi della res publica.
Sono circa 2.000 le elette nella primavera del 1946 nei Consigli comunali in tutta Italia, 230 delle quali nei Comuni della regione Emilia-Romagna.
Elette oggi protagoniste della mostra Madri della res publica, una land art di gigantografie in bianco e nero esposte sui palazzi delle istituzioni aderenti al progetto, assunte a simbolo di quella svolta così significativa nella storia del Novecento. Una svolta tuttavia ancora da compiersi completamente, se nei comuni sopra ai 15.000 abitanti, è donna solo l’8,34% dei sindaci (45 su 539), il 31,32% degli assessori (766 su 2445) e il 15,36% dei consiglieri (1638 su 10.658) (dati nazionali elezioni amministrative 2013).
Il catalogo Madri della res publica (PDF - 11.8 MB) è stato realizzato con la collaborazione delle istituzioni locali che hanno aderito al progetto partecipativo promosso dalla Regione Emilia-Romagna, Assessorato alle Pari opportunità e Assemblea legislativa e dal Centro documentazione donna di Modena, con la cura redazionale di Natascia Corsini.