Versari Iris

San Benedetto (Forlì),1922 – Ca’ Cornio di Tredozio, 1944

Figlia di Angelo Versari, residente a Tredozio, nell'autunno 1943, la sua famiglia ospitò nella propria casa un gruppo partigiano. L'abitazione venne incendiata il 27 gennaio 1944 dai nazifascisti. In tale occasione, Iris riuscì a scappare, mentre i suoi familiari (il padre, la madre e due dei suoi tre fratelli) furono arrestati. Il padre, processato e condannato a quattro anni di prigione, fu internato e morì in un campo di concentramento tedesco.

Iris si unì nel gennaio 1944 alla banda partigiana comandata Silvio Corbari, al quale si legò sentimentalmente, condividendone la vita clandestina e le temerarie azioni. All'alba del 18 agosto 1944, in località Ca' Cornio (frazione di Tredozio), la casa in cui lei e Silvio Corbari si erano temporaneamente rifugiati, assieme ad Arturo Spazzoli e Adriano Casadei, fu accerchiata dalle truppe nazifasciste, informate da una spia, che tentarono una sortita. Iris, immobilizzata a causa di una precedente ferita alla gamba, riuscì ad uccidere il primo milite nazifascista che aveva appena varcato la porta, ma durante la strenua difesa, vista l'impossibilità di muoversi e nel tentativo di non rendersi ostacolo alla salvezza con la fuga da parte dei suoi compagni, si uccise.

Nonostante il suo sacrificio, Corbari, Spazzoli e Casadei durante la rocambolesca fuga vennero catturati e uccisi.

Il suo corpo esanime, assieme a quelli dei suoi compagni, fu appeso dimostrativamente una prima volta sotto i portici di Castrocaro Terme e successivamente ad un lampione in piazza Aurelio Saffi a Forlì.

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