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Introduzione

Di famiglia portoghese ma nata a Roma, nelle pubblicazioni tedesche, inglesi e italiane viene ricordata con il nome in lingua italiana; il nome in italiano venne adottato dalla sua famiglia nelle residenze di Roma e Napoli ed è quello con il quale la Fonseca Pimentel fu tra i protagonisti della scena politica di fine XVIII secolo.

La sua famiglia era originaria di Beja nell'Alentejo. Poco dopo la sua nascita, a seguito della rottura dei rapporti diplomatici fra il Regno del Portogallo e lo Stato Pontificio, la sua famiglia si trasferì da Roma a Napoli.

Grazie all'aiuto dello zio, l'abate Antonio Lopez, e soprattutto perché intellettualmente precoce e molto vivace, e capace fin dall'infanzia di leggere e scrivere in latino e greco, si dedicò allo studio delle lettere e si cimentò nella composizione di versi (sonetti, cantate, epitalami). Parlava inoltre diverse lingue moderne. Ancor giovane, fu ammessa all'Accademia del Filaleti e all'Accademia dell'Arcadia. Ebbe scambi epistolari con letterati; le sue capacità colpirono in special modo Pietro Metastasio, a cui dall'età di diciotto anni aveva cominciato ad inviare i suoi primi componimenti. In seguito si dedicò allo studio delle discipline storiche, giuridiche ed economiche. Fin dall'adolescenza aveva partecipato ai salotti di Gaetano Filangieri, dove incontra tra gli altri il dottore Domenico Cirillo e il massone Antonio Jerocades. Scrisse un testo di argomento finanziario e tradusse dal latino all'italiano, commentandola, la dissertazione dell'avvocato napoletano Nicola Caravita (1647-1717) sui pretesi diritti dello Stato Pontificio sul Regno di Napoli. Inoltre in occasione del matrimonio tra re Ferdinando IV e Maria Carolina d'Austria, compone il famoso "Tempio della gloria". Per i suoi metodi letterari, viene ricevuta a Corte, dove le viene concesso un sussidio come bibliotecaria della regina, ruolo che occuperà per molti anni a venire.

Alla fine del 1771 morì la madre, e per la diciannovenne fu un periodo davvero difficile.

Nel 1778 sposò Pasquale Tria de Solis, capitano dell'esercito napoletano, da cui ebbe un figlio, Francesco, che morì in tenera età; resterà l'unico figlio da lei avuto. Per lui scrisse cinque sonetti, pervasi di disperato amore materno.

Nel 1786 si separò dal marito, le cui percosse le avevano causato l'interruzione di altre due gravidanze (il marito sarebbe poi morto nel febbraio 1795).

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Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:30

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