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Introduzione

Nata a Roma il 18 agosto del 1912, da Francesco lo Monaco, un siciliano, ed Irma Poggibonsi,
maestra elementare ebrea di Modena.

Alla fine degli studi liceali, lascia la famiglia e va a vivere per conto proprio; ma la mancanza di mezzi economici la costringe ad abbandonare la facoltà di lettere e si guadagna da vivere dando lezioni di italiano e latino, scrivendo tesi di lauree per altri, collaborando a giornali e riviste.

Lavora per “Il Corriere dei Piccoli” e tra il 1939 e il 1941, per il settimanale “Oggi”.

Nel 1936 conosce Alberto Moravia che sposerà nel 1941. Nel '41 viene pubblicato anche il suo primo libro, 'Il gioco segreto' e nel 1942 appare il libro di fiabe '”Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina”, illustrato dalla stessa Morante e scritto quando aveva quattordici anni.

La fama però le arrivò alcuni anni dopo con “Menzogna e Sortilegio”, pubblicato nel 1948, con cui vinse il premio Viareggio, e che venne acclamato come uno dei migliori lavori della letteratura italiana. Lo stesso successo critico lo ebbe “L'isola di Arturo”, del 1959, che vinse il premio Strega.

In quegli anni Elsa Morante fece la conoscenza di Umberto Saba, Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini, con i quali strinse una solida amicizia.

Nel 1958, uscì “L'Alibi”, una collezione di sedici liriche, e nel 1963, “Lo Scialle Andaluso”.
L'unione con Moravia diventa però insostenibile e nel 1962 i due sono costretti a separarsi.

In seguito Elsa Morante, ebbe una relazione con il regista Luchino Visconti e poi con il giovane americano Bill Morrow.

Verso la fine degli anni '60, si recluse sempre più, accrescendo, negli anni, la sua disillusione e sviluppando una vera ossessione per il suo aspetto fisico.

Ne “Il Mondo Salvato dai ragazzini”, del 1968, la scrittrice accentuò i caratteri anarchici già presenti nei personaggi delle sue opere e, nel suo romanzo successivo, “La storia” (1974), denunciò la falsa rappresentazione che la società ordinata si dà nella storia.

L'ultimo lavoro di Elsa Morante “Aracoeli”, uscito nel 1982, vinse Prix Medicis, ma nel 1980 si era fratturata un femore e, dopo aver subito un intervento chirurgico, non potendo più camminare, costretta stabilmente a letto, nell'aprile del 1983 tenta il suicidio aprendo i rubinetti del gas, ma viene salvata da una domestica.

Prostrata dalla solitudine ed incapace di superare la depressione, la scrittrice ricoverata in clinica a Roma vi morì, il 25 novembre 1985.

Nel 1989 uscì, postumo, “Diario 1983”, una serie di annotazioni sull'incapacità della scrittrice di trovare la felicità e la pace. Questo fu seguito, a pochi mesi di distanza, da “Paragone”, un secondo diario, che partiva dal 1952.

Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:31

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