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Introduzione

"Mamma Godi", così la chiamavano i parmigiani e così amava farsi chiamare, è un pezzo della storia di Parma. Perché ha aiutato a vedere la luce, in cinquant'anni di attività, cinquemila bambini e ne ha accuditi, nei primi giorni di vita, altre migliaia.

"Mia madre", ricorda Anna Poletti Zanella "ha dedicato la sua vita a Parma e ai bambini di Parma. È stata una grande mamma per me e per mio fratello, ma in un certo senso anche per tutti i bambini parmigiani, che ha amato profondamente. Nacque il 30 ottobre del 1913 e si diplomò in ostetricia nel 1935, a 22 anni. Ho ancora il suo diploma, con la firma del re Vittorio Emanuele. Cominciò la sua attività in montagna, a Corniglio e nelle sue frazioni, Miano, Marra, Bosco... Tempi duri quelli. Andavano a prenderla e la accompagnavano dalle partorienti a dorso di mulo. Ma lei era felice. È sempre stata innamorata del suo lavoro, che ha svolto con una passione incredibile. Durante la guerra era a Corcagnano. A volte rischiò la vita per svolgere il suo lavoro. Aveva un salvacondotto tedesco per poter uscire anche di notte, durante il coprifuoco. La guerra uccideva, e lei portava la vita.

Nel dopoguerra tornò a Parma, da dove non si mosse più. Si spostava in motorino, un mosquito che costruì appositamente per lei Francesco Bettuzzi, uno dei famosi fratelli Bettuzzi, meccanici popolarissimi allora a Parma.

Lavorava a giorno e notte, mia mamma. Molte mamme in attesa lei le ha seguite per tutta la gravidanza. Con il suo stetoscopio in legno sapeva indovinare il sesso del nascituro. E non si sbagliava mai. Per cinquant'anni, dal 1935 al 1985, è stata una libera professionista, ma ha svolto la sua attività in tre famose cliniche: la Braga Valli, l'Inzani e le Piccole Figlie che, soprattutto, erano il suo regno.” Nel 1985 andò in pensione, ma anche dopo non si staccò del tutto dal suo mondo. Andava a trovare le sue ex pazienti, dava consigli e suggerimenti.

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Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:34