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Introduzione

Nata a Venezia nel 1673, da giovane ebbe la fortuna di studiare anche la musica e la pittura oltre al ricamo, che al tempo soleva essere l'attività cui maggiormente si dedicavano le sue coetanee.

Rosalba Carriera si discostò decisamente dallo stereotipo femminile, tuttora imperante nell'immaginario collettivo, della damina settecentesca tutta frivolezze, tanto che ella stessa aveva creato una sorta di circolo a cui appartenevano personaggi illustri nell'ambiente artistico letterario.
Ottenne riconoscimenti in tutta Europa, al punto che a commissionarle ritratti, oltre che principi e principesse, vi fu persino il re di Francia Luigi XV. Grazie anche a un intermediario, il suo amico Cristiano Cole, fu accettata dall'Accademia nazionale di San Luca a Roma, con l'opera "Fanciulla con colomba"; entrò inoltre a far parte dell'accademia reale durante il suo soggiorno parigino come ospite di Pierre Crozat, amico di Antoine Watteau e noto estimatore di quadri, che divenne anche suo amico.

Cominciò la sua carriera artistica dipingendo le tabacchiere con quelle figure di damine graziose che divennero poi la sua fortuna trasposte nelle miniature su avorio.

Fu la prima che utilizzò l'avorio nelle miniature dandogli quella lucentezza caratteristica delle sue opere. Fu inoltre la prima a non seguire le regole accademiche che volevano la miniatura dover essere realizzata con tratti e punti brevi e ben amalgamati: lei invece vi trasportò il tratto veloce caratteristico della pittura veneziana.

Per soddisfare le innumerevoli richieste di una committenza, soprattutto straniera,colta ed esigente, un ruolo essenziale era esercitato dall’atélier tutto femminile della pittrice, nel quale operavano le sue due sorelle, oltre che altre celebri caselliste come Felicita Sartori e Maruianna Carlevaris.

Le opere che più destano la curiosità sono la serie dei suoi autoritratti, alcuni dei quali sono conservati a Venezia al museo del settecento a Ca' Rezzonico, mentre altri fanno parte di altre collezioni, come l'autoritratto del 1740, della collezione reale di Windsor; altre opere sono esposte alla Pinacoteca di Dresda «Alte Meister».

Questi autoritratti rivelano uno sviluppo psicologico e morale della persona, dalla giovinezza e gioia del primo autoritratto del 1709, conservato agli Uffizi, che rappresenta sé stessa mentre dipinge la sorella, fino a giungere all'ultimo del 1746, quello della "tragedia", dove si rappresenta con un volto molto invecchiato e impassibile, triste e duro (inoltre indossa una corona di alloro) ad indicare lo stato d'animo dell'artista che si ritrasse proprio dopo che volle sottoporsi a un'operazione alla cornea, con esiti negativi e complicazioni ulteriori che aggravarono la sua cecità fino a farla divenire totale.

Morì, sempre a Venezia, nel 1757.

Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:35

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