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Introduzione

Scrittrice precoce, a soli 13 anni riuscì a far pubblicare la sua prima raccolta di poesie, Ginestra in fiore, ma raggiunse la notorietà solamente nel 1949 con il romanzo L'Agnese va a morire, premio Viareggio e trama per film omonimo diretto da Giuliano Montaldo. Tradotto in 14 lingue, l’opera fu considerata tra i più intensi della narrativa neorealistica ispirata alla Resistenza.

Appassionata fin da bambina della letteratura, non riuscì a realizzare il progetto di diventare medico a causa delle difficoltà economiche famigliari che la indussero ad interrompere il liceo e ad entrare nel mondo del lavoro come inserviente e poi infermiera negli ospedali bolognesi. Questo lavoro non le impedì di scrivere, per quotidiani e periodici, elzeviri, poesie, racconti fino all'8 settembre 1943. Con l'arrivo dell'armistizio partecipò, con il marito Antonio Meluschi, alla lotta partigiana come staffetta, infermiera e collaborando alla stampa clandestina.

Tra le opere della Viganò, almeno altri due libri sul tema della Guerra di liberazione: Donne della Resistenza, ventotto ritratti di antifasciste bolognesi cadute, e Matrimonio in brigata, una raccolta di racconti partigiani. Due mesi prima della morte le fu assegnato il premio giornalistico "Bolognese del mese", per il suo stretto rapporto con la realtà popolare della città.

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Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:37

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