Cosa fa la Regione

Il bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna

Il bilancio di genere è uno strumento previsto dalla legge quadro per la parità e il contrasto alle discriminazioni di genere (legge regionale 6/2014).

È un tassello importante nello sviluppo di politiche di pari opportunità e si pone come azione chiave per l’applicazione del gender mainstreaming: consente di determinare l’impatto delle politiche pubbliche su donne e uomini e persegue obiettivi di equità, efficienza, trasparenza e partecipazione.  

Sostiene gli amministratori pubblici nella volontà di sviluppare politiche economiche che tengano conto della differenza tra uomini e donne, permettendo di utilizzare le risorse pubbliche con sempre maggiore equità nei confronti della cittadinanza.

Attraverso l’elaborazione di dati, statistiche e analisi centrate sul genere, un’Amministrazione può valutare in maniera più puntuale le proprie scelte al fine di migliorare la propria azione e, se necessario, ricalibrare le priorità di intervento rispetto ai bisogni delle cittadine e dei cittadini.

Al tempo stesso è bene sottolineare che non si tratta di uno strumento rivolto a produrre “bilanci delle donne” o specificamente rivolti alle donne, ma finalizzato a intervenire sui bilanci pubblici, tutelando sì i diritti individuali, ma in una prospettiva di interesse generale, con effetti positivi per l’intera società.

La lettura di genere del bilancio aumenta nelle Amministrazioni la coscienza degli impatti del loro operato ed è uno strumento di trasparenza (in quanto consente anche alla cittadinanza di valutare l’operato dell’Ente evidenziando le aree di intervento maggiormente interessate dalle disparità) e di equità.

La quinta edizione del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna (2023)
riferito all'anno 2021

Rispetto alle precedenti edizioni, che si sono focalizzate su occupazione, conciliazione dei tempi di vita e lavoro e contrasto alla violenza, in questa sono state esplorate tutte le aree tematiche regionali e individuate azioni in ogni direzione e ogni contesto.
Il bilancio, quindi, assume valore e valori, anche in termini monetari, più consistenti rispetto alle ultime edizioni, come evidenziato anche nel capitolo di analisi finanziaria.
Rispetto al passato si è voluto rafforzare la visione programmatoria delle azioni regionali con impatto diretto e indiretto sulle pari opportunità, dando risalto a come la dimensione di genere viene integrata negli strumenti di programmazione approvati dalla Regione. L’insieme di questi strumenti, che declinano di volta in volta obiettivi, target e indicatori, costituiscono di fatto il sistema delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere, con una prospettiva temporale che varia in funzione dello strumento programmatorio approvato.

Un bilancio di genere quindi che non guarda solo a quello che è stato fatto nell’anno precedente e che in questo documento viene rendicontato, ma anche un’analisi prospettica di come vorremmo il futuro, individuando nel mainstreaming, cioè nell’adozione del punto di vista di genere nelle politiche e nei programmi, e nell’integrazione delle politiche e degli strumenti, due delle principali modalità per il raggiungimento degli obiettivi di uguaglianza tra donne e uomini.

Anche quest'anno riproponiamo un focus sulle misure del PNRR in ottica di gender mainstreaming, con un aggiornamento a ottobre 2022 e un dettaglio degli investimenti in cui è direttamente coinvolta la Regione Emilia-Romagna.

Nella costruzione dell’edizione 2022 (dati 2021), assumono ruolo centrale le dimensioni del benessere. Nel capitolo 3 ogni dimensione del benessere è analizzata in base a 4 elementi: contesto, azioni regionali, obiettivi programmatici e rendicontazione finanziaria.

Si ha così una visione d’insieme ed organica rispetto ad ogni dimensione del benessere, della situazione attuale di contesto, delle azioni che sono state messe in campo e la misurazione, dove possibile, degli effetti di tali azioni, del peso finanziario che tali azioni hanno avuto sul bilancio regionale ma anche di come i filoni di azione sono collegati agli obiettivi strategici regionali e quindi verranno perseguiti anche nel futuro.

La quarta edizione del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna (2022)
riferito agli anni 2018-2020

Occupazione, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, violenza di genere. Questi i focus della quarta edizione del Bilancio di genere, riferita all'anno 2020, che ha complessivamente rendicontato azioni per un impegno finanziario di oltre 860 milioni di euro, più del 7% dell’intero bilancio regionale, a favore di interventi e servizi riferiti direttamente e indirettamente alle donne.

E che, inevitabilmente, fa i conti con il pesante impatto che la pandemia ha avuto anche in Emilia-Romagna sull’altra metà del cielo: 43mila occupati in meno nel 2020, di cui 30mila donne, con un tasso di occupazione pari al 75,5%  per gli uomini e del 62% per le donne, nella fascia 15-64 anni.

E un part time che si conferma una modalità di lavoro prettamente femminile, una scelta spesso obbligata che per il 41% delle donne che ne fanno richiesta, risiede nell’esigenza di prendersi cura dei figli e di altri familiari, contro il 7% degli uomini.

Un tema, quello del lavoro ,che ha visto da parte della Regione diversi interventi. Dal Fondo Starter per la neo imprenditorialità che nel 2020 ha erogato oltre 4,6 milioni di euro a 83 imprese femminili e 1,2 milioni di euro per il microcredito. Ai 4 milioni destinati a migliorare le competenze digitali delle donne, al milione di euro del bando per progetti volti a sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio.

Per quanto riguarda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, va registrato il forte impegno sui centri estivi con aiuti per il pagamento delle rette che nel 2020 sono stati pari a 15,5 milioni di euro, o per il sostegno alla rete dei 40 Centri per le famiglie cui sono andati 1,3 milioni di euro.

Tante le iniziative di contrasto alla violenza sulle donne, un fenomeno che l’isolamento imposto dalla pandemia ha drammaticamente accentuato e al quale la Regione ha risposto stanziando durante il lockdown risorse straordinarie per oltre 350mila euro a favore dei Centri antiviolenza. Risorse che si sono aggiunte ai finanziamenti ordinari per queste strutture e per le Case rifugio pari a quasi 2 milioni di euro nel biennio 2020-2021. Un impegno anche sul fronte culturale, come quello ad esempio, del bando che nel 2020 ha stanziato 1 milione di euro per contrastare stereotipi e discriminazioni di genere.

La terza edizione del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna (2019)
riferito agli anni 2017-2018

In questa edizione del bilancio di genere sono descritte le tante azioni promosse dalla Regione per incentivare l’occupazione femminile e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro e la condivisione delle responsabilità di cura tra donne e uomini, agendo su più fronti: azioni a supporto dell’imprenditoria femminile, azioni per migliorare la qualità del lavoro delle donne con una particolare attenzione alle donne in situazione di fragilità sociale e di povertà, ma anche le politiche per favorire una maggior partecipazione delle ragazze a percorsi tecnici, tecnologici e scientifici (Stem) nei diversi livelli dell’istruzione e formazione per rafforzare la presenza femminile nei settori innovativi dell’economia, per contrastare la segregazione occupazionale e il divario retributivo di genere.

Il Bilancio è relativo all’anno 2017 con focus di approfondimento 2018 dedicato alla promozione del lavoro delle donne e della conciliazione tra i tempi di vita e lavoro, temi strategici non solo per le politiche di pari opportunità, ma anche per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo economico e occupazionale, legati anche a quelli previsti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La seconda edizione del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna (2018) riferito all'anno 2016

La realizzazione della seconda edizione del bilancio di genere nell’approccio ben-essere ha coinvolto tutti i settori dell’amministrazione regionale in un percorso teso a dare maggiore diffusione ai temi della parità e del contrasto alle discriminazioni di genere. Hanno infatti contribuito rappresentanti di tutte le direzioni generali, in particolare, colleghe e colleghi dell’Area di integrazione del punto di vista di genere e valutazione del suo impatto sulle politiche regionali.

L’elemento di novità rispetto all’ultima edizione è la nuova metodologia utilizzata: l’approccio ben-essere che in sostanza passa da una classificazione di tipo puramente amministrativo-contabile ad un’analisi che evidenzia l’impatto di genere delle politiche pubbliche in nove principali contesti:

  • accedere alla conoscenza e alla cultura: istruzione, ricerca, formazione, informazione, attività culturali;
  • vivere una vita sana;
  • lavorare e fare impresa;
  • accedere alle risorse pubbliche: servizi e trasferimenti;
  • vivere, abitare e lavorare in luoghi adeguati e sicuri e in ambiente sostenibile;
  • muoversi nel territorio;
  • prendersi cura degli altri;
  • prendersi cura di sé;
  • partecipare alla vita pubblica e convivere in una società equa.

L’analisi delle azioni rendicontate ha consentito di individuare, nel 2016, un impegno complessivo della Regione pari a 786 milioni di euro per lavoro, welfare, partecipazione femminile alla vita pubblica, salute, promozione di una cultura di genere e contrasto alla violenza sulle donne che ha interessato quasi 2,3 milioni di donne.

Le Linee guida per l’implementazione del bilancio di genere nei Comuni

Le linee guida nascono con l’obiettivo di orientare le amministrazioni pubbliche e qualsiasi altro Ente interessato alla metodologia, nonché i cittadini, nel seguire precise fasi per l’utilizzo di tutti gli strumenti in modo adeguato ed efficace all’applicazione del Bilancio di genere attraverso un percorso in sette fasi:

  • formazione e sensibilizzazione;
  • definizione delle dimensioni di benessere;
  • analisi di contesto;
  • analisi di bilancio;
  • struttura;
  • dall’auditing al budgeting;
  • condivisione dei risultati.

Il processo proposto nelle Linee guida per l’applicazione del bilancio di genere in approccio ben-essere ai bilanci comunali conduce a un miglioramento in termini di trasparenza e più facile comunicazione all’esterno dell’ente.

Entrambi i volumi sono stati realizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Economia ‘Marco Biagi’, in particolare con il Centro di ricerca Capp (Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche).

La prima edizione del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna (2016)
riferito all'anno 2015

Nel 2016 è stata presentata la prima edizione del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna (anno 2015) dopo l’approvazione della Legge quadro, pubblicazione realizzata in via sperimentale completamente “in house” quale frutto di un lavoro partecipato che ha visto coinvolta “l’Area d’integrazione per le politiche di genere” (art. 39 LR 6/14), organismo che raccoglie rappresentanti di tutte le Direzioni generali della Amministrazione regionale. Il documento è stato realizzato coordinandolo con il Piano integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere, che la Regione realizza a partire dal 2008.

A chi rivolgersi

Area Infanzia e adolescenza, pari opportunità, Terzo settore
Settore Politiche sociali, di inclusione e pari opportunità

Flavio Bruno
0515275880
Flavio.Bruno@regione.emilia-romagna.it

Enzo Di Candilo
0515275160
3314032497
Enzo.DiCandilo@regione.emilia-romagna.it

Per approfondire

Il bilancio di genere 2023

Il Bilancio di genere 2022

Il Bilancio di genere 2019

Presentazioni sintetiche

Il Bilancio di genere 2018

Presentazioni sintetiche

Il Bilancio di genere 2016

Norme e atti