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Introduzione

Rosa Manganelli è un personaggio del tutto singolare che accompagnerà per diversi anni la vita politica reggiana fino a diventare quasi un’icona della rivoluzione cittadina.

La sera del 7 maggio 1796, due giorni prima l'ingresso di Napoleone Bonaparte a Milano, il duca di Modena e Reggio Ercole III d'Este decise di abbandonare il suo territorio per rifugiarsi a Venezia. Prima di fuggire nominò una Reggenza incaricata di svolgere le principali funzioni amministrative. Così si cercò un compromesso con i francesi, ma tutto quello che la delegazione modenese riuscì ad ottenere fu un onerosissimo armistizio che prevedeva pesanti richieste di denaro e munizioni. Per soddisfare le pretese del trattato furono immediatamente innalzate le tasse e le chiese e i monasteri furono spogliati dei loro beni più preziosi.

A Reggio il malcontento crebbe ulteriormente, anche perché il duca Ercole III, che a Venezia si era portato il tesoro di stato, si rifiutava di contribuire. Vennero mandate da Modena altre truppe per controllare la città, ma il 20 agosto, una lite tra Rosa Manganelli un'ortolana di Montecavolo, ed un soldato estense, generò una rivolta tale che il governatore Fici e le truppe modenesi furono costrette a lasciare la città. In quell’occasione la donna – definita senza mezzi termini dai rumors del tempo come una tipica piasarola – si pone alla testa dei repubblicani e si mette a distribuire armi agli accorsi.

Dopo aver guidato la schiera dei rivoltosi in piazza grande, quella in cui si trova oggi in municipio, anche allora sede del governo cittadino, capeggia l’occupazione del palazzo pubblico e scatena la caccia al dragone estense. In un primo tempo la guarnigione sembra non rendersi conto della gravità della situazione e minaccia i rivoltosi di voler giocare a bocce con la testa dei giacobini ma, dopo un messaggio del Senato cittadino alla Reggenza in cui si consiglia la massima prudenza, viene consegnata nei propri alloggi ed è impartito l’ordine di rilasciare subito i prigionieri.

La notte del 25 agosto venne innalzato in piazza Grande l'albero della libertà ed il giorno successivo venne proclamata la Repubblica Reggiana.

L'aquila estense venne cancellata da tutti gli edifici pubblici e il Senato di Reggio, composto esclusivamente da elementi del patriziato cittadino si attribuì le funzioni legislative.

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Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:30

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