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Lavoro e formazione

L’uguaglianza di genere costituisce da sempre una priorità della strategia europea per l’occupazione e rappresenta uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibili dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Nonostante i progressi compiuti persistono ancora, infatti, disuguaglianze rispetto alla partecipazione al mercato del lavoro, alle opportunità di carriera, ai ruoli e alla retribuzione. La nuova fase di attività per il raggiungimento della parità di genere implica inevitabilmente la consapevolezza sempre maggiore che, promuovendo la parità di genere, possono essere ottenuti anche vantaggi economici, sociali e che, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, è necessario utilizzare il potenziale delle donne in modo più ampio ed efficiente.

Cosa fa la Regione

Valorizzare e rafforzare il ruolo svolto dalle donne nell’economia e nella società regionale è determinante per generare uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Allo stesso tempo, è fondamentale promuovere e valorizzare il lavoro come fonte di realizzazione individuale e sociale della persona.

Tali priorità sono contenute tra i principi della Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere (Legge regionale 27 giugno 2014 n. 6), che affronta il tema della parità in modo trasversale in tutti gli ambiti.

Il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, approvato con Delibera di Giunta n. 1899 del 14/12/2020 e sottoscritto da tutte le parti sociali, le organizzazioni datoriali, il mondo agricolo, le organizzazioni sindacali, il terzo settore, i comuni, le università e – per la prima volta – alcune associazioni ambientaliste come Legambiente, indica gli obiettivi strategici condivisi per puntare ad una ripresa inclusiva, contrastando i divari sociali, territoriali, di genere e generazionali, con un grande investimento sulle competenze e la ricerca, puntando alla creazione di nuovo lavoro e nuova impresa di qualità, anche attraverso la transizione ecologica ormai irrimandabile e la trasformazione digitale.

Nei lavori preparatori per la stesura del Patto per il Lavoro e per il Clima è stato fondamentale il contributo del Tavolo regionale permanente per le politiche di genere, che ha consentito di dare centralità alla questione femminile entro le strategie regionali tese all’obiettivo di un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Nel patto vengono delineate, tra le altre, le linee strategiche regionali al contributo della parità di genere in ambito lavorativo:

  • Consolidamento della rete di servizi di orientamento e contrasto degli stereotipi di genere nelle scelte formative e professionali, promozione e valorizzazione di tutti i percorsi di formazione professionale e tecnica, anche attraverso la diffusione nelle scuole di azioni strutturali e permanenti di avvicinamento delle ragazze e dei ragazzi alle materie tecnico-scientifiche.
  • Rafforzamento dell'Agenzia Regionale per il Lavoro e del sistema integrato pubblico-privato per qualificare i servizi e le politiche attive nei confronti dei giovani, delle donne, di chi ha perso o rischia di perdere il lavoro.
  • Nell’ambito della contrattazione collettiva incentivazione degli strumenti di flessibilità e conciliazione - quali ad esempio i congedi parentali - che consentano di rispondere sia ai bisogni delle aziende che a quelli delle lavoratrici e dei lavoratori.
  • In collaborazione con il Tavolo regionale permanente per le politiche di genere e il diffuso associazionismo attivo sui temi dei diritti civili, sociali e di genere, progettazione di politiche innovative che promuovano: la qualità e la stabilità del lavoro femminile; l’eliminazione dei divari salariali di genere; i percorsi di carriera; la formazione in tutte le discipline; l’imprenditoria femminile; la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro anche attraverso un rafforzamento della rete dei servizi; la migliore distribuzione del carico di cura; interventi in materia di orari e tempi delle città; il contrasto a tutte le discriminazioni e alla violenza di genere e omobitransfobica.
  • Creazione e rafforzamento di nuove imprese e nuove attività professionali, in particolare giovani e femminili, con un’attenzione particolare alle start-up innovative, definendo un hub regionale col ruolo di ricerca, sostegno e codifica dei progetti dell’imprenditorialità innovativa, avvalendosi anche dell’osservatorio regionale.

Si riconferma in tal modo come l’impegno per l’affermazione della parità tra uomini e donne nell’accesso al lavoro, nella sua qualificazione, nello sviluppo dei percorsi di carriera e nelle retribuzioni continui a caratterizzare le politiche della Regione.

Anche l’edizione 2020 del bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna,  approfondisce il tema della promozione del lavoro delle donne e della conciliazione tra i tempi di vita e lavoro, temi strategici non solo per le politiche di pari opportunità, ma anche per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo economico e occupazionale, legati anche a quelli previsti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La Regione Emilia-Romagna si è sempre caratterizzata per tassi di occupazione femminile superiori alla media nazionale e in linea con le regioni europee più avanzate, grazie anche alle politiche rivolte all’infanzia, al sistema di welfare e a quelle per l’istruzione e la formazione professionale. 

La partecipazione delle donne al mercato del lavoro dell’Emilia-Romagna è forte, ma è possibile osservare, ancora, dei gap di genere sfavorevoli alle donne nei tassi di occupazione e disoccupazione, ed anche in termini retributivi e di orario di lavoro, dovuti alla necessità di conciliare gli impegni di lavoro con quelli di cura e della famiglia. In quest’ottica assume cruciale importanza il contrasto alle discriminazioni nell’accesso e permanenza sul lavoro qualificato, ed il contrasto del gap retributivo tra donne e uomini, anche considerando la crescente flessibilità del mercato del lavoro.

Analogamente importante è promuovere una maggiore partecipazione delle ragazze a percorsi tecnici, tecnologi e scientifici nei diversi livelli dell’istruzione, volta a rafforzare la presenza femminile nei settori innovativi dell’economia, attraverso azioni anche sperimentali di orientamento e di qualificazione delle transizioni.  

La Regione da anni è impegnata per ridurre il peso sociale degli stereotipi di genere, che continuano a guidare le scelte di ragazzi e ragazze (ad es. nella scelta di discipline STEM per le ragazze), agendo pesantemente sugli sviluppi delle carriere e delle retribuzioni, oltre che sulle scelte di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro e sui ruoli familiari.    

La Regione Emilia-Romagna - anche attraverso i fondi europei - mette in campo varie azioni di contrasto alle diverse forme di discriminazione fondate sul genere e di promozione dell’imprenditoria femminile, nella convinzione non solo che il superamento delle ineguaglianze nel mercato del lavoro sia una delle premesse fondamentali per la realizzazione delle politiche di coesione economica e sociale e che gli obiettivi di crescita, di competitività e di piena occupazione siano raggiungibili solamente attraverso la piena mobilitazione di tutta la cittadinanza, donne e uomini, ma anche che senza il supporto e la partecipazione delle donne, il raggiungimento dell'Agenda 2030 risulta un traguardo improbabile.

L’Assessorato alle pari opportunità è fortemente impegnato nella promozione dell’occupazione femminile attraverso il bando per progetti volti a sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio con cui sono stati finanziati, con risorse regionali pari a oltre 1 milione 355 mila euro, 42 progetti promossi da Enti locali e mondo dell’associazionismo, anche in collaborazione con associazioni sindacali e datoriali.

Laboratori per promuovere  le competenze femminili, in particolare nel campo delle nuove tecnologie; progetti di creatività digitale e imprenditorialità per avvicinare le ragazze alle carriere scientifiche; incubatori  di impresa, attività di orientamento e riqualificazione professionale, creazione di spazi di coworking. Anche un intervento integrato su un bene confiscato alla mafia per creare opportunità professionali per donne sole con figli e donne in uscita da percorsi di violenza. Iniziative per conciliare i tempi di vita e di lavoro: da sperimentazioni di doposcuola gratuiti per i figli dei dipendenti di imprese del territorio a utilities negli spazi di lavoro.

Le risorse stanziate dal bando sono valide per il biennio 2021-2022 e prevedono contributi che possono arrivare a coprire fino all’80% del costo dell’intervento.

Altri 42 progetti per 1 milione di euro di contributi sono stati sostenuti dalla Regione nel 2020 grazie al precedente bando per favorire l’accesso al lavoro, i percorsi di carriera e la promozione dei progetti di welfare aziendale.

Per approfondire

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ultima modifica 2022-07-01T10:33:25+01:00
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