Cosa fa la Regione

Conciliazione tra tempi di vita e lavoro

Le politiche volte a sostenere l’equilibrio tra tempi per la vita privata e tempi per il lavoro rappresentano una questione strategica per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo economico, sociale ed occupazionale dell’Unione Europea. 

Non si tratta di misure destinate solo all’universo femminile, ma in grado di rispondere ai bisogni di uomini e donne, alla luce della trasformazione avvenuta nel mercato del lavoro e nell’organizzazione della società.  La conciliazione non è una questione solo delle donne, ma riguarda la qualità della vita di tutti, non è una questione privata dei soggetti o delle aziende, ma richiama il coinvolgimento del sistema sociale nel suo complesso. La partecipazione femminile all’economia e al lavoro ha un riflesso sulle scelte e sui bilanci familiari e, in ultima analisi, sulle strategie di ripresa e sull’economia nel suo complesso. 

Il tema della conciliazione è un tema trasversale che coinvolge diversi aspetti, attori e politiche, e presuppone un approccio integrato e di sistema.

Conciliare i tempi di vita, cura e lavoro, anche attraverso politiche attente alle esigenze delle famiglie e promuovere la condivisione del lavoro di cura famigliare tra uomini e donne restano aspetti centrali per affrontare il tema della parità di genere. Ancora oggi, la conciliazione dei tempi è infatti uno degli ostacoli principali all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro.  

Nel sistema regionale il welfare è sempre stato un tratto distintivo in stretto collegamento anche con le politiche di incentivazione dell’occupazione femminile.  

La Regione Emilia-Romagna si è sempre distinta nel contesto nazionale per una particolare attenzione alle tematiche inerenti la conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. 

Lo dimostrano i dati positivi sull’occupazione femminile ed il fatto che, grazie alle politiche realizzate negli anni, sul territorio è presente un’articolata rete di servizi per la prima infanzia, riconosciuti come tra i più qualificati e diffusi.

Molto importante la rete degli interventi e servizi finanziati in Emilia Romagna attraverso il fondo regionale per la non autosufficienza (FRNA) per le persone anziane e disabili non autosufficienti, in modo integrato e coordinato con il Fondo nazionale per le non autosufficienze, con funzione di aiuto e sostegno non solo direttamente rivolto alle persone non autosufficienti, ma anche alle famiglie e a chi si prende cura di queste persone , e l’approvazione della Legge regionale n. 2/2014 "Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver famigliare".

La Regione Emilia-Romagna da tempo promuove una serie di interventi per la promozione della responsabilità sociale di impresa e dell’innovazione sociale, opera per l’affermazione di un modello di sviluppo sostenibile, sostenendo le imprese, le parti sociali e gli enti territoriali impegnati a coniugare le varie istanze economiche con l’attenzione all’impatto sociale e ambientale. 

Nell’ambito del Premio Innovatori responsabili, ogni anno viene assegnato il premio GED (Gender Equality and Diversity Label ), previsto dall’art. 30 Legge regionale n. 6 del 27 giugno 2014 per valorizzare le migliori pratiche realizzate dalle imprese in azioni positive per le pari opportunità, conciliazione dei tempi e welfare aziendale:

Attraverso il bando per progetti volti a sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio sono stati inoltre finanziati progetti per favorire la conciliazione tra tempi e di vita e lavoro e azioni di welfare aziendale.

Per approfondire

Unione europea

Documentazione

Dossier parlamentare “Misure a sostegno della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per la conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro” (PDF - 1.4 MB) 2020

Opuscolo con il testo integrale del Pilastro europeo dei diritti sociali (PDF - 378.4 KB)

Direttiva UE 2019/1158: work-life balance per genitori e prestatori di assistenza 

Direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare

Integrazione dei cittadini e delle cittadine straniere

Con la legge 5/2004 la Regione ha voluto dare disposizioni per assicurare l'integrazione sociale dei cittadini e delle cittadine di origine straniera, fornire linee programmatiche per l’inclusione nei diversi ambiti della vita quotidiana (lavoro, casa, scuola, salute... ), per il contrasto alle discriminazioni, per facilitare il dialogo e confronto fra culture differenti.

Inoltre ha promosso un costante aggiornamento culturale e professionale degli operatori della rete di servizi pubblici e privati, ha agito sui versanti dell’integrazione educativa, formativa e sociale e sulla valorizzazione professionale e occupazionale delle persone immigrate. La presenza di stranieri in regione è ormai strutturale e richiede un’attenzione specifica, nonché azioni e politiche mirate.

La donna immigrata è considerata per molti versi il vero motore dell’integrazione, capace di superare disagi, difficoltà, paure (più della componente maschile) e funzionare da ‘agente’ di inserimento dei rispettivi gruppi etnici nel nostro Paese.

In questo contesto, l'associazionismo femminile può svolgere un ruolo fondamentale nel favorire i processi d'integrazione e il protagonismo delle donne migranti. Tuttavia occorre ricordare che, se le donne italiane sono ancora costrette a lottare contro diverse forme di discriminazione, il percorso delle donne immigrate verso le pari opportunità non può che essere più faticoso. Conoscere il fenomeno e approfondirlo anche con uno sguardo al contesto nazionale ed europeo, può essere di grande utilità anche per affrontare scelte e opportunità che la società multiculturale ci pone.

Per approfondire:

A chi rivolgersi

Area Infanzia e adolescenza, pari opportunità, Terzo settore
Area Programmazione sociale, integrazione e inclusione, contrasto alle povertà
Settore Politiche sociali, di inclusione e pari opportunità
viale Aldo Moro 21 - 40127 Bologna

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0515277485
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