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Introduzione

Laura Betti (pseudonimo di Laura Trombetti) nasce artisticamente come cantante di jazz. Dopo una breve esperienza nel cabaret (1955) in coppia con Walter Chiari ne I saltimbanchi prese parte, nel 1960, al recital di canzoni intitolato Giro a vuoto dal contenuto singolare con brani ispirati ai testi di letterati celebri come Buzzati, Calvino, Flaiano, Bassani, Moravia, oltre che di Pasolini.

Nel '55 debuttò in teatro ne Il crogiuolo di Arthur Miller, con la regia di Luchino Visconti; nel suo repertorio giovanile anche Il Cid di Corneille, in coppia con Enrico Maria Salerno, e I sette peccati capitali di Brecht e Weill.

L'inizio dell'attività di attrice cinematografica coincise per Betti con la conoscenza di Pier Paolo Pasolini, a lui unita da un lungo sodalizio artistico ed umano, che l'avrebbe diretta ne La ricotta e ne I racconti di Canterbury e, successivamente (1968), in Orgia e in Teorema, film per il quale si aggiudicò la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del cinema di Venezia. Con Mario Monicelli girò In viaggio con Anita. Sempre nel 1968 esce un suo LP, "Potentissima signora", con testi di Pasolini (tra i quali spicca "Il valzer della toppa", in seguito incisa da Gabriella Ferri).

La sua filmografia comprende pellicole importanti come La dolce vita, di Fellini e per la regia di Marco Bellocchio, Nel nome del padre e Sbatti il mostro in prima pagina. Con Bellocchio recitò ancora nel 1977 per la riduzione televisiva de Il gabbiano di Anton Cechov. Ebbe un ruolo di rilievo, memorabile, accanto a Donald Sutherland, in Novecento di Bernardo Bertolucci, nella parte della sadica cugina Regina del protagonista Alfredo. Altri film interpretati da Betti sono stati Allonsanfan di Paolo e Vittorio Taviani, Vizi privati, pubbliche virtù di Miklós Jancsó, Caramelle da uno sconosciuto di Franco Ferrini, Il grande cocomero di Francesca Archibugi, Un eroe borghese Michele Placido.

Uno fra gli ultimi registi a dirigerla fu Mimmo Calopresti, per il quale interpretò nel 2002 il ruolo di una suora nel film La felicità non costa niente. Come ultimo omaggio a Pasolini, nella parte finale della carriera la Betti riuscì, oltre che a portare avanti come direttrice l'attività del Fondo intitolato al poeta, a mettere in scena un recital di poesie e testi pasoliniani dal titolo Una disperata vitalità.

Muore a 77 anni per le conseguenze di un'obesità trascurata che la affliggeva da anni.

Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:37

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