Approvate le schede attuative del Piano regionale contro la violenza di genere
Con Deliberazione di Giunta regionale n. 1785/2022 sono state approvate le Schede attuative del Piano regionale contro la violenza di genere che definiscono, descrivono ed attuano gli specifici interventi da realizzare da parte del sistema di contrasto alla violenza di genere, nel contesto del Piano.
- Il Piano della Regione Emilia-Romagna contro la violenza di genere (
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- Le schede attuative del Piano della Regione Emilia-Romagna contro la violenza di genere (
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Le schede declinano le azioni da porre in essere su 16 aree di intervento, individuando precisi indicatori di attuazione e comprendendo sia azioni trasversali che rivolte a situazioni/target particolari.
Le schede attuative del Piano della Regione Emilia-Romagna contro la violenza di genere
- Sviluppo del sistema regionale e territoriale di contrasto alla violenza di genere mediante sostegno e promozione degli interventi strategici e monitoraggio del piano
- Azioni di prevenzione della violenza di genere rivolte alle giovani generazioni, sia nella scuola che in contesti extrascolastici
- Rilevazione e riconoscimento della violenza di genere nei servizi consultoriali (Consultorio familiare, Spazio giovani, Spazio donne immigrate e loro bambini e Spazio giovani adulti)
- Formazione di base e continua di insegnanti nelle Scuole primarie e secondarie di ogni ordine e grado e nella Formazione professionale, tecnica, superiore e universitaria
- Formazione di base e continua di mediatrici/tori interculturali chiamate/i a svolgere azioni di prevenzione, contrasto della violenza di genere e accoglienza delle vittime di violenza
- Formazione di base e continua di operatrici e operatori delle Forze dell’ordine chiamate/i a svolgere azioni di prevenzione, contrasto della violenza di genere e accoglienza delle vittime di violenza
- Formazione di base e continua di operatrici e operatori delle rete che accolgono persone che hanno subito violenza di genere
- Implementazione dei percorsi di accoglienza e presa in carico in emergenza-urgenza delle donne che subiscono violenza di genere
- Azioni di contrasto alla violenza di genere di donne in condizione di fragilità
- Miglioramento dell’accoglienza di donne vittime di violenza di genere in casi particolari (tratta, sfruttamento lavorativo, tortura, ecc.)
- Azioni di sostegno rivolte a figli/e di vittime di violenza di genere e femicidio
- Monitoraggio e consolidamento del sistema regionale di case rifugio e centri antiviolenza
- Consolidamento e sviluppo del sistema regionale di Centri di trattamento per autori di comportamenti violenti
- Sostegno all’autonomia abitativa di donne che hanno subito violenza
- Sostegno all’empowerment lavorativo di donne che hanno subito violenza e contrasto a discriminazioni, mobbing e molestie sul luogo e nei rapporti di lavoro
- Sostegno all’autonomia finanziaria di donne che hanno subito violenza, implementazione e ampliamento della misura del reddito di libertà
Il Piano regionale contro la violenza di genere
Interventi rivolti al mondo giovanile per diffondere la cultura del rispetto, con particolare attenzione alla violenza in rete. Progetti che agevolino azioni concrete anche in contesti specifici quali i consultori, gli spazi giovani, ma anche i luoghi di lavoro, per un tempestivo riconoscimento delle molestie sessuali. E ancora: azioni rivolte alle donne che vivono in fragilità, sostenendo la loro autonomia abitativa ed economica, e prevedendo, ad esempio, la sperimentazione del reddito di libertà.
Sono solo alcune delle aree di intervento previste dal nuovo Piano triennale contro la violenza di genere, approvato dalla Giunta regionale ed operativo dopo il passaggio in Assemblea legislativa.
Un provvedimento con cui la Regione ha punta a rafforzare il proprio impegno, individuando una serie di obiettivi strategici, azioni e indicatori di monitoraggio e valutazione. Per dare nuovi impulsi e favorire interventi capillari del territorio, sia sul fronte della prevenzione che della protezione, rispetto a un fenomeno in crescita, andamento confermato anche dai dati Istat a livello nazionale.
Viene rafforzata anche l’attività dell’Osservatorio regionale che alle attuali funzioni di studio e analisi, affiancherà quelle di monitoraggio dell’attività delle reti territoriali di prevenzione e contrasto del fenomeno.
La prevenzione
Molestie online, cyber stalking, revenge porn, hate speech. Per quanto riguarda la violenza in rete, il Piano prevede azioni rivolte a preadolescenti e adolescenti nelle scuole e nei diversi contesti educativi in collaborazione con servizi sanitari, insegnanti, Forze dell’ordine Centri antiviolenza. Sempre sul fronte della prevenzione tra le novità del Piano spicca il coinvolgimento del mondo delle società sportivo dilettantistiche e di altri ambiti di formazione. A questi si aggiungono gli interventi rivolti alle donne più a rischio perché provenienti da contesti sociali e culturali fragili o in condizioni di mancata autonomia, con una particolare attenzione al tema dei matrimoni forzati o precoci.
Il Piano rafforza anche la comunicazione sulle discriminazioni nei luoghi di lavoro e sui percorsi di salute e accesso ai servizi anche in conseguenza della pandemia; la formazione alla parità e al rispetto delle differenze rivolte a chiunque sia impegnato in contesti educativi (insegnanti, formatori, allenatori, referenti di associazioni e comunità migranti) e lo sviluppo di canali e linguaggi di genere capaci di sensibilizzazione sulla violenza digitale, anche rivolta a adulti.
La protezione
Il tema delle donne che provengono da contesti fragili, considerando anche i collegamenti tra particolari culture e comportamenti violenti quali appunto i matrimoni forzati o precoci, ritorna anche per quanto riguarda l’area di intervento della protezione, con la previsione di specifiche procedure di accoglienza.
E azioni rivolte agli uomini maltrattanti: con l’attivazione in ogni provincia di Centri ‘Liberiamoci dalla violenza’ pubblici e l’individuazione e l’avviamento di percorsi e sinergie sempre più omogenei e in sintonia con il mondo dei centri privati.
Tra le azioni di protezione legale, quelle che agevolino il percorso risarcitorio della vittima mediante accesso a fondi regionali e nazionali. E poi il sostegno al recupero della autonomia abitativa ed economica, promuovendo insieme alle istituzioni locali alloggi a canone calmierato e prevedendo la sperimentazione del reddito di libertà.