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Introduzione

Felicia Rasponi, abbadessa del convento di S. Andrea, era figlia di Teseo Rasponi, soprannominato Raspone, che nel 1522, il 4 luglio, partecipò coi fratelli alla strage della Camera dei Savi.
Di questa donna ravennate, molto ammirata ai suoi tempi (secolo XVI), si ricorda l’infanzia e l’adolescenza infelice per i maltrattamenti subiti dalla madre superba e severa che infine la mise in convento.

Come ricorda Gasparo Martinetti Cardoni ravegnano, nella sua opera «Ravenna Antica» edita nel 1879: “Ed essendole morto il padre, dovette obbedire alla perfidia della madre, e consecrarsi vergine a Dio, comecché il suo cuore fosse alieno dalla monastica professione. Ella, non contenta solo ai donneschi esercizi e alle divote preghiere volle erudirsi nelle Italiane e Latine lettere, nella sacra e civile istoria, nella filosofia di Aristotile e di Platone, avendo a sommo diletto il leggere nei volumi dei padri della Chiesa. E continuando negli studi, con rassegnazione e costanza singolare portò le tribulazioni in pace: e le stesse monache benedettine dell'antico cenobio di santo Andrea Maggiore di Ravenna, dove professò, ammiravano il senno e la dottrina della bellissima e ottima Felicia, loro compagna; e per due fiate la elessero di comune consentimento abbadessa.”

La fama dei patimenti patiti, della bellezza, della dottrina e della umiltà di Felicia si sparse rapidamente, al punto che Annibale Caro e altri importanti personaggi la onorarono e la celebrarono nei loro scritti

Ultimo aggiornamento: 23-03-2024, 16:31

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