Serao Matilde

Patrasso, 1856 – Napoli, 1927

Matilde Serao nacque il 7 marzo 1856 a Patrasso, in Grecia, ove il padre si era rifugiato nel 1848 per sfuggire alle repressioni del Borbone. Il padre, Francesco, era un giornalista e la madre, Paolina Bonelly, una greca di sangue nobile. La Serao iniziò giovanissima la carriera di giornalista, prima come redattrice del «Corriere del mattino» di Napoli, poi a Roma, come “redattrice fissa” del «Capitan Fracassa» e collaboratrice di altri noti periodici: la «Nuova Antologia», il «Fanfulla della Domenica», la «Domenica letteraria».

Nel 1885 sposò Eduardo Scarfoglio e, tornata a Napoli, per anni si occupò di una rubrica mondana del «Corriere di Napoli» da lei fondato e diretto insieme al marito. Separatasi da Scarfoglio nel 1904, la Serao fondò, negli stessi anni, il «Giorno di Napoli» che diresse fino alla morte.

D'Annunzio le dedicò un romanzo, mentre Paul Bourget scrisse la prefazione alla traduzione francese de Il paese di cuccagna. Su «La revue blanche» la sua firma si trova tra collaboratori come Proust e Apollinaire. Il traduttore francese della Serao era Georges Herelle, lo stesso che traduceva D'Annunzio.

Della Napoli pullulante di sottoproletariato e piccola borghesia di fine Ottocento, la Serao ci ha offerto un panorama geniale e dettagliato nella produzione del decennio 1880-1890, ottenendo i risultati più validi con la novella e il bozzetto, racconto breve vividamente realistico, che attinge dalla vita di ogni giorno. Terno secco ( pubblicato nel volume All’erta sentinella del 1889) è un racconto mirabile della fatalistica rassegnazione della plebe e della piccola borghesia che affidano le loro superstiti speranze alla mistica del gioco del Lotto. Da questo racconto la Serao trasse anche uno dei suoi più celebri scritti, il romanzo intitolato Il paese di cuccagna del 1891.

Alcune novelle come Scuola serale femminile e Telegrafi dello stato, raccolte ne Il romanzo della fanciulla (1886), marchiano a fuoco nella nostra memoria realistici ritratti di vita quotidiana. Il vero capolavoro della Serao è da riconoscere non in un romanzo, ma in un racconto lungo dal titolo Le virtù di Checchina (1884)

Dell’ultima produzione è da ricordare Suor Giovanna della Croce (1901), un romanzo immerso nell’atmosfera desolata di tipo cechoviano. Non va comunque dimenticato che la polemica contro il nazionalismo esasperato e la guerra valsero alla Serao il mancato gradimento da parte del governo fascista alla sua candidatura al premio Nobel, che fu poi assegnato a Grazia Deledda.

Matilde Serao morì a Napoli il 25 luglio 1927, al tavolo di lavoro, per un attacco cardiaco.

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ultima modifica 2018-10-18T13:40:50+01:00
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